martedì 26 novembre 2019

La polizia entrava nelle case degli ebrei... - Tratto da: La civile indifferenza. Le parole di Liliana Segre fedelmente raccolte dalle sue testimonianze

La polizia entrava nelle case degli ebrei trattati da nemici della Patria.
Venivano a controllare documenti, a fare perquisizioni, a fare degli interrogatori assurdi, come fossimo stati dei pericoli pubblici.
Poliziotti piuttosto sfrontati, con aria truce, entravano con una grande sicurezza in casa. Di solito c’eravamo io e mia nonna; andavamo ad aprire la porta e ci trovavamo questi uomini che entravano con un’aria minacciosa... ricordo mia nonna, che era torinese, molto gentile, molto garbata e soprattutto gran cuoca di dolci. Lei accoglieva questi tizi dall’aria prepotente e diceva:
«Prego, ho fatto questi dolci, ve li faccio assaggiare...»
E poi faceva sempre vedere la fotografia di mio papà e di mio zio quando erano ufficiali della Prima Guerra mondiale.
Non so che cosa chiedessero, perché lei mi mandava di là, mi diceva:
«Vai, vai, vai a giocare in camera.»
Io non sapevo se andare o stare a origliare per sentire cosa avessero da dire questi poliziotti e poi avevo anche paura di quello che potevo sentire e andavo in camera mia, ma diventavo grande.
Non giocavo più.
Ci fu una grande solitudine, si contavano quelli che ancora ci salutavano per strada, si contavano quelli che ci telefonavano per dirci che ci volevano bene. 



La civile indifferenza. Le parole di Liliana Segre fedelmente raccolte dalle sue testimonianze. 
Pagine 172 - Prezzo di copertina € 13,00
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